8 Marzo:l'appuntamento a Genova

Genova -

8 MARZO: L’APPUNTAMENTO DI GENOVA

Dall'anno scorso l'8 marzo è diventato, grazie al movimento femminista internazionale Non una di Meno, una giornata di lotta. In molte città d'Italia ci saranno azioni, picchetti, piazze tematiche, presidi e cortei pomeridiani.

L'8 marzo è una giornata di sciopero femminista dal lavoro produttivo e riproduttivo e si praticherà con l'astensione da ogni attività lavorativa e di cura, formale o informale, gratuita o retribuita.

È sciopero dal posto di lavoro e dalle attività domestiche, è sciopero del consumo e dai ruoli imposti, è sciopero sociale e politico.

L’Unione Sindacale di Base ha risposto anche quest’anno all’appello di Non Una Di Meno con la proclamazione dello sciopero generale di 24 ore per l’8 marzo, perché la lotta contro ogni discriminazione di genere e ogni forma di violenza maschile sulle donne è parte sostanziale della lotta complessiva del nostro Sindacato.

Quest’anno il diritto di sciopero - già duramente sotto attacco in questo paese - l’8 marzo dovrà sottostare alle limitazioni imposte dalle franchigie elettorali, che impediscono ad alcuni settori di fermare la produzione nei 5 giorni che seguono il voto del 4 marzo.

Per manifestare contro la violenza maschile sulle donne, contro la mancanza di finanziamenti e riconoscimento dei Centri Antiviolenza, contro la chiusura degli spazi delle donne, contro l'obiezione di coscienza nei servizi sanitari pubblici; per il diritto ad un welfare universale, al reddito di autodeterminazione, alla casa, al lavoro, alla parità salariale, all'educazione scolastica, a misure di sostegno per la fuoriuscita dalla violenza, per denunciare il dato spaventoso delle molestie e dei ricatti sessuali sul lavoro, si terrà un

CORTEO A GENOVA CON PARTENZA DA PORTA DEI VACCA ALLE ORE 18.00

per unire le tante voci del #MeToo nella forza collettiva del #Wetoogether!


Intendiamo respingere al mittente ogni tentativo di strumentalizzazione delle donne attraverso leggi e campagne di odio razzista, fascista e sessista o giustificare ulteriori restrizioni alla libertà di movimento dei e delle migranti.

Intendiamo affermare che se la violenza di genere è un fenomeno strutturale e sistemico che attraversa tutti gli ambiti dell’esistenza delle donne, allora bisogna mettere in campo risposte capaci di pensare una trasformazione radicale della società e delle relazioni, come anche delle condizioni di vita e di lavoro.